Brave New YOU: Youth Exchange!

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Brave New YOU - Reloaded ha lo scopo di avvicinare le comunità costruendo fiducia tra diversi gruppi di giovani. Come? Fornendo loro gli strumenti per diventare promotori e attori del cambiamento, a livello locale ed europeo, per un'Europa più aperta e inclusiva. Il progetto affronta i problemi della mancata partecipazione dei gruppi svantaggiati e meno rappresentati nelle comunità europee.

Dal 26 novembre all'11 dicembre 2020 ragazzi e ragazze dei 10 paesi partner hanno partecipato ad uno scambio giovanile internazionale: il BNY Youth Exchange. Uno spazio per i team locali di riunirsi e condividere le narrazioni negative identificate durante il percorso progettuale, per sviluppare le reciproche competenze su come affrontare l'incitamento all'odio e condividere pratiche su come creare narrazioni alternative.

L'idea originale proposta era di riunire 50 ragazzi e ragazze provenienti dai 10 paesi partner (5 partecipanti per paese). Tuttavia, a causa delle conseguenze della pandemia di COVID-19, abbiamo dovuto riorganizzare lo scambio in modalità online. 

Per questo motivo, abbiamo preso in seria considerazione i seguenti fattori:

1) durata delle attività (abbreviate per non sopraffare i partecipanti);

2) strumenti utilizzati (se digitali - utilizziamo strumenti accessibili e di facile utilizzo);

3) metodologia seguita (è molto partecipativa, con terminologia nota a tutti);

4) barriere linguistiche (usiamo attività che richiedono un'espressione più creativa);

5) modalità di lavoro edutainment;

6) creazione di spazi sicuri dove tutti si sentano i benvenuti.

Utilizzando metodi innovativi di facilitazione online, i formatori, in collaborazione con l'organizzatore e con il supporto del Segretariato YEU e dei coordinatori PET, hanno sviluppato un programma di scambio incentrato sulla condivisione delle esperienze dei partecipanti. L'obiettivo dello scambio era quello di fornire spazio a ciascuno dei team locali creati nelle attività precedenti per riunirsi, condividere le narrazioni di odio identificate e lavorare insieme per costruire le reciproche competenze su come affrontarle e decostruirle in narrazioni alternative.

Per quanto riguarda la metodologia, ci siamo basati su un'educazione non formale. In modalità online abbiamo utilizzato una combinazione di strumenti che permettesse ai partecipanti di mettersi in contatto, comunicare e interagire nonostante le distanze. Abbiamo cercato di adattare i workshop all'ambiente online per mantenere il formato degli YE il più vicino possibile al concetto originale di scambio di idee, pensieri e conoscenze. Abbiamo scelto di concentrarci su questo aspetto in quanto è uno dei suoi elementi più importanti.

Anche la creazione di uno spazio online sicuro che consentisse al maggior numero possibile di partecipanti di partecipare attivamente era una priorità. Questo è stato fatto in diversi modi: in primo luogo, abbiamo evitato di utilizzare strumenti digitali tipici come Zoom. E' stata data particolare attenzione alla Gamification e agli strumenti interattivi come Gather.town, Kahoot e altri vari tipi di presentazioni visive. All'inizio dello scambio, abbiamo dato l'opportunità ai nostri partecipanti di familiarizzare con strumenti come Gather.town. Più specificamente, Gather.Town è uno strumento interattivo, in cui i partecipanti hanno il proprio giocatore e possono camminare e interagire con altri partecipanti e oggetti circostanti. Durante le sessioni, ai partecipanti è stato chiesto di camminare intorno alla piattaforma e interagire con gli altri per svolgere i compiti loro richiesti (ad esempio, trovare qualcuno che sia uno studente e chiedergli/le della loro migliore serata studentesca). Creando mappe e giochi personalizzati, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di conoscersi meglio, il che, tra l'altro, ha anche aiutato a ridurre ogni potenziale paura dell'ambiente online.

Il nostro gruppo locale - composto da Federico, Hajar, Irene, Veronica e Maain - ha presentato la propria campagna digitale contro l'odio e la violenza contro le donne. Hanno così lanciato "Break these news", per diffondere la consapevolezza su come il modo in cui parliamo del mondo condizioni il modo in cui lo vediamo.

Perché è importante analizzare il modo in cui raccontiamo storie?
L'idea nasce dall'analisi della stampa, dei post, dei commenti sul web riguardanti le notizie di cronaca di violenza contro le donne e come da questi emergano spesso delle narrazioni, cioè il senso stesso della storia raccontata, che ripropongono degli schemi che oscurano o rendono più difficile individuare la verità.

Perché rompere queste narrative? 
Il motivo è che queste storie, in quanto tali, sono portatrici di un punto di vista e di una scelta su chi siano i buoni e chi i cattivi, su chi abbia ragione, chi torto e spesso quella scelta non è quella che ci si aspetterebbe nel sentir parlare di un uomo che ha fatto del male ad una donna (e vedremo che ci sono moltissimi modi per farlo).

Scopri di più: https://www.instagram.com/p/CIBBgk4lorG/?utm_source=ig_web_copy_link!